Un arrivederci
C'è una marea nelle cose degli uomini che,
colta al flusso, mena alla fortuna;
negletta, tutto il vantaggio della vita
si incaglia su fondali di miseria
(William Shakespeare)
colta al flusso, mena alla fortuna;
negletta, tutto il vantaggio della vita
si incaglia su fondali di miseria
(William Shakespeare)
Famiglia, Fede, Lavoro.
Trovare le giuste parole che racchiudano la vita di una persona non è mai semplice. Quando poi, quella persona, è del calibro di nostro padre la ricerca si fa ancora più complessa.
Eppure in questi giorni di dolore profondo ed immenso, nella mia mente continuavano ad affacciarsene tre in particolare: famiglia, fede, lavoro.
Marito, padre e nonno, ha dedicato l’esistenza alla sua famiglia. Un uomo profondamente innamorato della sua sposa, un maestro attento e presente per i suoi figli, un dolce custode per il suo amatissimo nipote. Uomo di poche parole, ha costantemente dimostrato il suo amore per noi attraverso i fatti, con la dolcezza di una carezza appena accennata, con la presenza che mai è stata assenza. Ha costruito una strada da far seguire ai suoi figli, senza mai porvi limiti, senza mai porvi forzature. Protetti senza mai essere oppressi, liberi senza mai esser lasciati soli. Ha donato il suo amore senza nulla chiedere in cambio, senza pretese di alcuna sorta. Si è donato a noi, semplicemente, nell'unica maniera in cui era in grado: amandoci.
Ha amato la sua dolce Laura per 46 anni, due metà di una mela perfetta, colonne portanti che si sono sorrette a vicenda nei momenti in cui la vita aveva deciso di metterli alla prova e che hanno invece brindato alla gioia quando la vita ha mostrato loro le meraviglie dell'esistenza.
Ha amato me e mio fratello Marco incondizionatamente, senza se e senza ma. Mai un cedimento, mai un affanno: lui c'era, sempre. Anche quando il dolore è sembrato incurabile, anche quando volontariamente lo si allontanava, anche quando le opinioni diverse diventavano scontri; lui c'era. Era lì. Roccia imperturbabile, faro nella notte, acqua nel deserto.
Ha amato il suo piccolo Damiano Maria; è tornato bambino attraverso i suoi occhi, gattonando e canticchiando, abbracciando e coccolando. Ha progettato un futuro meraviglioso pur sapendo che non ne avrebbe fatto parte a lungo, ma lo ha immaginato come solo un nonno può fare.
A condizionare la sua vita e tutte le sue scelte è stata senza dubbio la sua grande Fede in Cristo: profonda, indiscussa, sincera. Quest'estate, vedendolo assorto nei suoi pensieri, gli domandai: "Babbo, ti vedo pensieroso; cosa ti preoccupa?" e, sapendo ormai dell'aggravarsi del suo stato fisico, aggiunsi: "Hai paura di morire? Se fossi così, lo capirei babbo... è umano".
Lui mi guardò, serenamente e limpidamente mi rispose: "Io credo nella vita eterna, la morte non mi spaventa perché io tornerò tra le braccia del Padre: di cosa dovrei esser preoccupato?". Per lui la croce non era solo sofferenza, ma anche salvezza, gioia: Resurrezione. Il suo cammino spirituale lo ha portato a vedere nella morte la vita, nel dolore la rinascita in Cristo. Si è dedicato agli altri attraverso il suo intelletto e le sue capacità: ha visto nel più debole il volto di Gesù facendo del bene senza mai chiedere nulla in cambio, senza pretese, senza riconoscimenti.
Un uomo di fede senza eguali che ha saputo e voluto mettere a disposizione degli altri la sua conoscenza.
È stato il suo desiderio di aiutare e di ricostruire, di creare qualcosa per il bisogno dell'uomo che lo ha reso l'imprenditore visionario che è stato. Lui voleva ricostruire, dopo un'Italia martoriata dalla guerra: lui voleva costruire qualcosa di nuovo, di bello, di utile. Lui voleva andare oltre.
E oltre c'è andato: fino alle stelle. Ai suoi amati satelliti. Fino al GIS. Alla Società 5.0.
Il suo lavoro, la sua vita.
Quando si sta facendo qualcosa che appassiona così tanto e che tanto influenza la tua vita e il tuo operato forse non si dovrebbe neanche più usare il termine lavoro ma amore.
L’ Ing. Bruno Ratti ha amato profondamente quello che faceva, perseguendo ogni giorno, per oltre 40 anni, la sua visione. Un imprenditore che è stato capace di vedere oltre, di creare un’azienda che è diventata una famiglia per tanti; ha amato la sua Esri Italia con ogni fibra del suo essere, sempre. La profonda stima e l’immutato rispetto per i suoi collaboratori, colleghi e dipendenti sono state le fondamenta che hanno reso Esri Italia la società leader di oggi: la testimonianza del suo operato la rivedo negli occhi di tutte le persone che hanno avuto il piacere di lavorare con lui e nelle tante parole di cordoglio che abbiamo ricevuto.
Un uomo unico, retto, educato, capace e sensibile che è stato capace di sostenere e dare sicurezza: un punto di riferimento e di reciproca gratitudine.
Non bastano poche righe a racchiudere la vita di un uomo straordinario; ha amato la sua Famiglia, Dio e la sua Azienda e una parte di lui non si spegnerà mai perché rivive nei sui insegnamenti, nelle sue visioni e nel suo modo di affrontare la vita. Sempre.
Buon viaggio Presidente.
Dilma Aurea Mannucci Ratti